Amleto, il principe della perdizione

AmletoHo letto Amleto alle medie, sì alle scuole medie.

Avevamo una professoressa di Lettere controcorrente, eccentrica e assolutamente illuminata. Ci leggeva Anna Karenina in classe, come compito per le vacanze tra la prima e la seconda media dovevamo leggere la quantità di pagina che volevamo di David Copperfield e scriverne qualcosa, qualsiasi cosa: un pensiero, una sceneggiatura, una poesia o un riassunto.

Tra le sue varie vittorie, ci ha fatto appassionare ai romanzi, alle poesie e al teatro. Abbiamo letto Shakespeare in molti: io ero, e sono tutt’ora, un’appassionata sostenitrice del principe Amleto. All’epoca il mio compagno di classe, nonché amico, Giacomo difendeva l’amore di Romeo e Giulietta, letteralmente. Un giorno, infatti, la professoressa organizzò un tribunale in cui io e Giacomo difendevamo ognuno la sua causa come veri avvocati e i compagni di classe interpretavano la giuria. Giacomo mi stracciò e vinse a mani basse Rome e Giulietta ma il mio amore per Amleto non è stato minimamente scalfito!

Perché dovresti leggerlo?

Amleto è un capolavoro.

Già questo dovrebbe bastare, ma c’è di più: la storia è travolgente e ogni riga letta è un’opera inestimabile.

Da questa tragedia sono stati tratti molti film, tra i miei preferiti quello interpretato da Lorenz Olivier (inutile dire che anche questo film ce lo fece scoprire la famosa prof di Italiano) e Hamlet di Kenneth Branagh.

Il dialogo che in assoluto preferisco è tra Amleto, Guildestern e Rosencraintz che cercano di estorcere da lui alcune informazioni con l’inganno. Eccone un estratto:

AMLETO.
Non intendo bene cosa vogliate dire. Volete suonare con questo flauto?
GUILDENSTERN.
Signore, non posso.
AMLETO.
Ve ne prego.
GUILDENSTERN.
Credetemi, non posso.
AMLETO.
Ve ne supplico.
GUILDENSTERN.
Non so suonare, signore
AMLETO.
La é cosa facile come il mentire; mettete le dita su questi fori, soffiate colla bocca, e ne avrete un’eccellente armonia. Guardate, queste sono le chiavi.
GUILDENSTERN.
Ma io non posso far render loro alcuna armonia, non ho l’abilita da ciò.

AMLETO.

Ebbene, guardate quale cosa indegna voi fate di me. Voi vorreste suonare su di me, vorreste far vista di conoscere le mie chiavi; vorreste strapparmi dal cuore un segreto: vorreste ch’io esalassi tutti suoni dal più acuto al più grave; e vi è molta musica, una voce eccellente in questo piccolo organo, e nullameno non potete suonarlo. Ora perché credete che sia più facile suonar me che questo flauto? Datemi il nome dello strumento che vorrete: sebbene possiate premer le mie corde, non potrete trarre alcun suono da me. (Entra Polonio.) Iddio vi benedica, signore.

L’unico “pecca” è la difficoltà di linguaggio: è un libro scritto nel ‘600 con linguaggio arcaico meraviglioso ma sicuramente non adatto a chi legge poco. Se sei ugualmente curioso potresti partire guardando uno dei film che vi ho citato e poi leggere il libro, in questo caso non rimarrai deluso.

Se volessi conoscere la trama potresti leggerla direttamente su Wikipedia, ma ti consiglio di comprare il libro, goderti l’odore delle pagine nuove e tuffarti in questa nuova vita.

Quale cocktail dovresti abbinare alla lettura di ‘Amleto’?

Elegante, complesso e semplice allo stesso tempo. Non puoi finirlo tutto d’un fiato, lo devi assaporare e godertelo fino in fondo. Il Batiste raccoglie tutte queste caratteristiche insieme, proprio come Amleto.

L’origine esatta del cocktail non si conosce ma si racconta che la prima apparizione si ebbe nel 1937 sulla rivista Esquire. Un altro parallelismo che mi affascina: anche Shakespeare è avvolto da questo alone di mistero, proprio come il Batiste.

Ti lascio la ricetta, ma ricorda NON bere se devi guidare!

Batiste

  • Rum;
  • Angostura;
  • Grand Marnier.
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