Viola color sangue

La vista da quelle mura gli faceva mozzare il fiato, affacciandosi vedeva estendersi la città e i suoi monumenti e quel leggero vento autunnale gli accarezzava il volto. Pensò a quanto sarebbe stato bello librarsi in volo e superare quei tetti, quei campanili. Poi voltando lo sguardo incrociò i suoi occhi: viola, profondi come l’abisso, e inumani.

<<Forse questo vento mi ha offuscato la vista>> pensò Andrea stropicciandosi gli occhi, poi rivolse nuovamente lo sguardo negli occhi di lei, ed erano ancora lì che lo fissavano.

Viola color sangueFu incapace di muoversi come ipnotizzato. Alex si avvicinò a lui. Aveva lunghi capelli neri, lisci e soffici; grandi occhi color porpora, era snella e atletica e aveva un paio di ali nere come la notte pronte a portarla ovunque volesse.

– Tu vuoi volare- era un’affermazione quella che Alex rivolse ad Andrea, lui rimase stupito più dalle sue parole che dal suo aspetto. <<Come fa a saperlo?>> si chiese. Le si avvicinò ancora di più,

-Leggo nella mente, vieni con me ti farò volare sulla città e sui campanili-

Andrea non capiva il perché si sentisse così ma si fidava di quella creatura, di quegli occhi e di quelle ali piumate. La prese per mano e i suoi piedi si sollevarono da terra come se avesse avuto anche lui le ali.

Alex gli accarezzò il viso e gli mostrò la città e le torri, le campagne che si estendevano al di là da quelle e infine gli mostrò il mare. Andrea si sentiva veramente felice come non lo era mai stato, si sentiva libero.

Atterrarono su una montagna che affacciava direttamente sul mare. Il vento scompigliava i capelli di Alex e Andrea la guardò: non vide una creatura inumana ma solo una splendida ragazza dai capelli neri e gli occhi viola. <<E’ stupenda>> penso Andrea <<come ho fatto a non accorgermene subito>>. Alex si avvicinò a Andrea, le loro bocche si sfiorarono e i loro corpi s’intrecciarono in una danza meravigliosa.

– Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata- le parole scivolarono dalla bocca di Andrea.

Alex gli sorrise:

– Solo in pochi possono vederci, decidiamo noi a chi renderci visibili, e io ho scelto te – lo baciò con tenerezza e continuò:

– Se altri sapessero della nostra esistenza ci estingueremmo subito e non possiamo permettercelo-

-Sta tranquilla non dirò niente a nessuno- gli rispose Andrea sorridendole.

L’espressione di lei improvvisamente mutò, si fece dura e seria.

– Non capisci! Non possiamo correre questo rischio, voi siete troppo preziosi per noi così come lo è il rimanere sconosciuti- I suoi denti mutarono, da bianchi e perfetti ad aguzzi, affilati e sproporzionati per il suo viso.

Andrea urlò ma Alex sorrise. La pelle da bianca si fece a scaglie, ruvida e viola come i suoi occhi. Andrea si alzò in piede e corse giù per la montagna, Alex gli si fece alle spalle e lo buttò per terra, prese la sua mano e la strappò di netto dal polso con un morso. Gli occhi di Andrea erano offuscati dal dolore ma riuscì a vedere il suo polso perdere sangue. Dove prima era stata la sua mano adesso aveva filamenti di muscolo strappato e un pezzo di osso che si intravedeva.

Sentiva la risata di Alex dietro di se ma continuò a correre con la forza della disperazione. Inciampò su una radice e sbattè il viso al suolo, nell’impatto il suo naso fece crack. Intanto un fiotto rosso continuo veniva giù dal suo braccio.

Sentì gli artigli di Alex stringersi sulla sua caviglia e trasportarlo verso di lei, lui si sentì finito e si lasciò andare disperato, piangente.

Alex si avvicinò al suo viso e succhiò il sangue dal suo naso, poi mangiò il volto di Andrea pezzo per pezzo. Mangiò anche il resto di lui e ripulì il suo sangue dall’erba della montagna.

Prese quelli che erano stati i vestiti di lui, si pulì la bocca, guardò il mare e spiccò il volo verso casa,  felice perché quella sera non avrebbe patito la fame.

Anna Bo

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